Due morti, una sola vita.

La vita delle persone è un susseguirsi sincopato di drammi, tragedie e più raramente commedie. E molto spesso le cose che accadono, accadono agli altri cioè alle persone che ci stanno accanto.
Muoiono amici ad altri.
Muoiono parenti agli altri.
Muoiono altri.
Finché non succede a te.
Muore qualcuno che ti è caro, qualcuno che ami.
Questo evento di cui non si parla perché è inaspettato, improvviso, definitivo e silenzioso risulta talmente incomprensibile che lascia sbigottiti.
Indifesi.
Non importa chi sei o come sei, scompare qualcosa che prima era accanto a te.
Possono morire in mille modi ma quando varcano la soglia non ci sono più e gli altri non ti vedono più, non possono contattarti.
Resti solo nella luce, ti chiedi il perché, sgomiti, gemi. Continui a respirare tuo malgrado, provi anche a dargli un senso ma tutto torna al silenzio.
Al nulla.
Poi qualcosa dentro di te si contorce sussurrando, speri che sia chi se ne è andato che tenta di parlarti e di farti sapere che sta bene, che alla fine è solo un cambiamento di luogo di stato o di dimensione ma poi torni ad implodere dentro.
Torna un assordante orribile crudele silenzio.
Purtroppo in questa meravigliosa schifezza di esperienza che chiamiamo vita la morte ci sfiora talvolta. Succede che muoiono le persone più care. So cosa vuol dire.
Questa è una morte.

Ma di frequente succede anche una cosa strana cioè muoiono persone che continuano a vivere e respirare come te ma non sono più loro perché diventano altri. Succede davvero. Conosci qualcuno e da un giorno all’altro è quel qualcuno ma non è più lui. È morto. Così all’improvviso. Si dissolvono dunque promesse fatte col cuore piangendo, i giorni di pioggia, l’odore dell’erba, le sconfitte, i profumi e le risate… tutto si cancella da un momento all’altro perché arriva la morte che falcia tutto.
Resti tu.
Solo.
Indifeso.
Torni come un bimbo abbandonato in un deserto pieno di persone.
Questa è il secondo tipo di morte ma non cambia nulla: a volte osservi una lapide o una foto o osservi confuso i tuoi cari che vestono nello stesso modo, parlano e frequentano gli stessi luoghi solo che non sono più loro. Sono morti e se ne sono andati. E non torneranno più. Ma tu stai li.

Ho perso pezzi di cuore ovunque, ho lasciato dentro vasi canopi nascosti frammenti di grande afflizione, parti di me che a loro volta muoiono lentamente ma la cosa davvero ironica è che alla fine proprio la mia morte lenirà il dolore della morte delle persone care. La morte degli altri.
Silenzio.