A volte guardo questo bianco e penso a quanto è fottutamente bianco questo bianco. Quanto? Mi viene voglia di indossare gli occhiali inuit fatti di osso bianchissimo con una fessurina per vedere nella neve. Bianchissima pure lei. Pure pura. La sintesi additiva cioè la somma di tutti i colori ovvero tutte le sfumatura cromatiche immaginabili confluiscono nel bianco e di conseguenza tutte le risposte emotive dell’animo umano dalla furia impetuosa animale rossa alla contemplazione meditativa indaco, dalla brillantezza smeraldina quieta alla sensualità concupiscente dell’arancio tangerino, tutti i colori stanno nel bianco, fusi in un’orgia compenetrante, un amalgama eccitante bianca. Guardare questo chiarore abbagliante potrebbe far sorgere un’idea ma può anche far avvicinare la pazzia. Il bianco è il colore del divino ma anche del biossido di titanio o la veste bianca linda dagli occhi blu, il sole terso cristallino, riflesso di fotone, i denti bianchi lucenti madreperlati cangianti, radiosi puri di un non colore, lampo rilucente abbagliante, bagliore sfolgorante, saetta tonante, toro seduto, raggio fulgido di scintillla guizzante incandescente. Luce. Lux. Luce. Luci. Lucia. Lucio. Lucio Dalla. Per fortuna non sono ancora impazzito.