Bambi, Bimbi, Bamba

 

Quando sono le tre e svolgi il ruolo del ragazzo “giacca-camicia-nera-auricolare” in un qualsiasi locale della notte sei invisibile e questo ti permette di osservare aspetti delle persone che normalmente nessuno può cogliere. In un certo senso ti trovi al di là della barricata, non appartieni più ad uno di loro e nel mio caso non ne hai mai fatto parte: bambini che si perdono sorridendo. Divertirsi è puzzare di amarezza, lasciarsi andare al peggio di sé, credersi invincibili e fichi. In questi recinti quando ci si accorge di non essere furbi di solito è ormai troppo tardi e forse non è neanche importante, il popolo della notte è fatto di universitari fuoricorso, di trentenni che non hanno coraggio e di stranieri. Almeno a Firenze.

Tu sei li per impedire ai bimbi di farsi male e per impedire loro di fare male ad altri bimbi anche se per la maggior parte dei gorilla rappresenta una vetrina prestigiosa. Tristissimo. Ma i bimbi son peggio.

La cocaina ad esempio è buffa, rende dei perfetti idioti convinti di essere superiori per denaro, narcisismo e possibilità o dei falliti sferzanti per ironia, nichilismo e cervello. È evidente che dentro si sentono così ma fuori sono tutt’altra cosa. Sono ben altra cosa.

Poi ci sono i devoti del lusinghiero Bacco, al terzo drink perdono la misura delle cose, ridono babbei e ridicoli, si propongono, spalancano gli occhi come stupiti, ben predisposti verso gli altri sempre che un’oscura tristezza non li metta in un angolo fatto di bava e sonno per la maggior parte della serata. Sbattono le palpebre lentamente e sanno di finzione, tanto il giorno dopo avranno solo diapositive sfocate.

Quando l’ora innaturale inizia a pesare sulle scimmie danzanti ecco che entrano i “lupi”: sono quelle persone che vivono di truffe, violenza e ignoranza, si posizionano ai lati della pista, accanto a comitive di ragazze, meglio se straniere ed osservano. Come belve in attesa di sbranare l’esemplare più debole si avvicinano, si strusciano, sorridono. Quasi sempre accompagnano le ragazze barcollanti all’uscita per poi dileguarsi come ombre scoppiando in sguaiate risate in dissolvenza.

A che scopo avvertire i bimbi o essere pronti ad aiutarli magari riportandoli alla realtà? In fondo è la loro serata, si devono divertire.

La notte è un inspiro profondo, buio, impreciso, perfettibile e adulante. Quando respiri di notte entra aria fresca fin dentro le ossa, ti senti onnipotente e nonostante i vestiti rileccati, il trucco peso e la voglia di fuggire dall’abitudine resti comunque soltanto un bimbo. Bimbi impauriti che devono divertirsi per forza. Tempo sprecato. Vite che esplodono.

Non c’è niente di più triste che doversi divertire per forza.

Neanche fare il buttafuori è così triste.

 

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10 commenti

  1. Non sono un’ipocrita, perciò non condanno, ma dal mio canto affermo con certezza che non sapersi divertire in modo naturale è sintomo di un grave problema, da ricercare dentro dentro dentro.

  2. Non temere fra poco è natale.
    Fra poco dovremo tutti esser più buoni, tutti dovremo tornare Bimbi.
    Tutti dovremo andare chissà dove per il 31.
    Riparte il carrozzone.
    Ma io ho già prenotato alla prossima fermata e scendo. Questo carrozzone del per forza mi ha rotto le palle, e non salvo proprio nessuno io.

    Ma son sceso spesso dai carrozzoni.Remember:
    -Ma è sabato non vorrai dirmi che rimani qua.-
    -è Sabato e rimango qua. Non vedi? ho le palle girate. adesso mi metto qua e piano piano le sistemo.-

  3. sono molto lontana da queste cose di cui parli. non mi piacciono le serate tirate
    ad ore inverosimili solo perchè “la festa non deve finire”.
    il punto è che la festa è finita da un pezzo e pochi se ne sono accorti.

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