Che non scade.
Insapore.
Anzi dal sapore zuccherino e speziato.
Magari di cedro o ginger o mirtillo.
Piccola. Che scende giù facile.
Velocissima.
Un interruttore.
Mettiamo caso che arrivi un dolore improvviso, qualcosa di innominabile, di ingestibile. Qualcosa che ti annienta e che fa perdere il senso di tutto. Di definitivo. Per cui non vale più la pena.
O che arrivi una condizione fisica irreparabile e alienante che ti porti ad un oblio decisivo.
Una pillola senza giudizio che non ti dia il tempo di ripensarci.
Blister.
Apri ingoi e il gel si spande.
Magari come l’alcol, prima brucia leggermente poi si dissolve.
Inizia a girare tutto e viene sonno.
Click. Alla base del collo, come un’asse di legno che si spezza, un rumore armonico.
Fragorosamente elegante.
All’apparenza una decisione crudele ma direi più simile ad un arcangelo con gli occhi di fiamma che ti soccorre sulla soglia dell’inferno. Ti salva prima della pazzia e dell’angoscia perpetua.
Possiilità, scelta, decisione, karma.. tutte parole che si svuotano davanti alla pillola nera. C’è solo l’ultima ciambella di salvataggio, “ROMPRE IN CASO DI DANNAZIONE DEVASTANTE”, un gesto dignitoso. Di grande coraggio davanti al tormento. Che ti lascia integro non sfigurato da smorfie.
Il decoro, la decenza, la compostezza e la compassione.
La vita è un dono dicono.. hum quindi quando regali qualcosa a qualcuno lui ne farà che cazzo vuole senza rendere conto a un Dio o no?
Tutti, arrivati a un certo grado di consapevolezza dovrebbero avere la propria pillola nera da tenere sempre con se, custodita con enorme gelosia. Discernere con contegno la propria fine.
Deglutire l’ultimo infinito attimo di libertà. |